È meglio Utilizzare un Sottodominio o una Sottocartella per la SEO?

È meglio Utilizzare un Sottodominio o una Sottocartella per la SEO?

Patrick Stox
Patrick Stox è Product Advisor, Technical SEO e Brand Ambassador di Ahrefs. E’ tra gli organizzatori di Raleigh SEO Meetup, Raleigh SEO Conference, Beer & SEO Meetup, Findability Conference, e moderatore di /r/TechSEO.
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    Un sottodominio si trova nella parte sinistra rispetto al dominio principale (sottodominio.dominio.com), mentre una sottocartella si trova alla sua destra (dominio.com/sottocartella).

    Diamo uno sguardo al perché i tecnici SEO da sempre si scontrano su questo argomento, e come stanno davvero le cose.

    1. Qual è meglio per la SEO?
    2. Casi studio SEO
    3. Motivi dietro le differenze in traffico

    I tecnici SEO sono da sempre combattuti su questo argomento. Molti professionisti SEO sostengono che le sottocartelle costituiscano una migliore scelta per la SEO e insistono nell’utilizzarle. Questo è un mito che persiste perché alimentato da vecchi studi.

    Google ha ripetutamente detto che entrambi vanno bene.

    Matt Cutts nel 2012 ha detto:

    Sono più o meno equivalenti. Sceglierei qualsiasi fra i due sia più semplice per te da implementare a livello di configurazione, CMS, e tutte quelle cose lì… Entrambi sono sullo stesso dominio, quindi la reale domanda è quale dei due è per te più semplice. Scegli quello che preferisci e procedi pure.

    Matt Cutts
    Matt Cutts, Former Head of Webspam Google

    John Mueller nel 2017 ha detto:

    Per la ricerca Google va bene sia un sottodominio che una sottocartella. Cambiare la struttura delle URL di un sito tende a richiedere un po’ di tempo per essere digerita, cerca quindi di scegliere una soluzione che vada bene per il lungo termine.

    John Mueller
    John Mueller, Search Advocate Google

    Non credo che avrebbero potuto essere più chiari, ma alcuni tecnici SEO continuano a non essere d’accordo. Adoro le risposte sarcastiche di John a queste discussioni:

    Quale ragione potremmo mai avere per mentire? Credete che siamo a corto di sottocartelle? Sapevo che questo avrebbe creato polemiche, ma la verità è che non abbiamo nulla da nascondere.

    Non ha senso discutere su quale delle due strade sia quella giusta. Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, questi percorsi sono virtuali nei sistemi moderni, il che significa che non puntano nemmeno a delle reali posizioni sul server. Puoi cambiare il loro nome e la loro posizione nella struttura delle URL in una questione di minuti.

    Pensaci per un secondo; puoi passare da un sottodominio ad una sottocartella velocemente senza cambiare null’altro, quindi perchè le persone credono che sia importante in quale parte della URL sia presente il percorso?

    Molti tecnici SEO credono che i sottodomini siano trattati come domini separati, ma la verità è molto più complicata di così. Qualsiasi sito che utilizzi dei sottodomini come parte del sito, avrà questi che verranno trattati esattamente nello stesso modo in cui lo sarebbe una sottocartella. Se però non li interpreti come parte del sito principale (ovvero non connettendoli tramite link interni), allora potrebbero essere trattati come domini separati.

    Ora facciamo una piccola lezione di storia. Una volta i sottodomini potevano ottenere spazio aggiuntivo all’interno delle SERP. Come con molte altre cose, i tecnici SEO hanno abusato anche di questa. Google ha quindi posto fine a questa possibilità in uno dei loro vecchi update riguardanti domini/host.

    Oggigiorno, i sottodomini sono solitamente trattati come parte dello stesso sito, se appaiono sul sito stesso. Addirittura, spesso anche i sitelink includono link verso i sottodomini.

    Vari sottodomini della Disney che sono stati mostrati come sitelink. Dati presi dal Site Explorer di Ahrefs.

    Posso fornirti tantissimi esempi dove i sottodomini sono mostrati come sitelink per alcuni brand—Github, LinkedIn, Google, Amazon, Microsoft, Yahoo, Netflix, Walmart, ecc.

    Molti casi studio mostrano come le sottocartelle siano meglio dei sottodomini, ma non ne ho mai visto uno che non comprendesse al suo interno altri cambiamenti come link interni aggiuntivi e la migrazione di diverse proprietà in una sola.

    Prendiamo in esempio uno di questi casi studio e guardiamolo insieme. Utilizzando il report Top Pages 2.0 all’interno del Site Explorer, puoi fare click e trascinare lo storico del grafico in modo da poter vedere le differenze nel posizionamento di un sito fra due date qualsiasi. Nel caso di mention.com, è stata effettuata una migrazione da un sottodominio ad una sottocartella nel gennaio 2016. Non riesco a vedere alcuna differenza in quel periodo. Solo dopo che hanno aggiunto altri contenuti riesco a vedere il loro traffico crescere.

    E nota anche come ogni pagina equivalente di un’altra pagina abbia perso traffico per poi recuperarne più o meno lo stesso ammontare. Il traffico si è semplicemente spostato verso la nuova URL, ma non ha subito un incremento.

    Eccone un’altro. Github è migrato da una sottocartella (github.com/blog) ad un sottodominio (blog.github.com) e poi addirittura ad un nuovo dominio (github.blog). Ci sono state delle variazioni durante le migrazioni, e altri cambiamenti implementati fra le varie transizioni, ma non è possibile dire che una versione sia stata migliore di un’altra solo per via della URL.

    Ci sono differenti fattori che possono portare le persone a credere che le migrazioni abbiano avuto un impatto grande o piccolo rispetto alla realtà.

    Segnali temporanei di cambiamento

    Quando le pagine vengono spostate o sono nuove, Google deve ereditare dei segnali temporanei a livello di cartella o sito, in quanto non è ancora sicuro della frequenza con la quale  scansionarle o come posizionarle. Questo può causare delle fluttuazioni temporanee mentre tutti i segnali si consolidano.

    Tracciare e misurare le problematiche

    Potrebbero essere presenti anche degli errori nell’impostazione degli analytics, come spesso succede ad esempio a livello di sottodominio. Potrebbe anche trattarsi di misurazioni di traffico in periodi affetti dalla stagionalità, ad esempio durante le festività rispetto a quelle di un periodo regolare, o addirittura attorno ad un aggiornamento di Google. O potrebbe anche trattarsi del guardare solo alla crescita di traffico della nuova cartella.

    Pagine bloccate o in noindex

    Se impedisci la scansione delle pagine o le metti in noindex, i segnali non si consolideranno nel modo giusto, il che si traduce in un calo durante la migrazione. Ti consiglio di leggere la nostra guida al robots.txt per approfondire.

    Redesign o cambio di piattaforma

    Cambiano molte cose passando attraverso un redesign o una nuova piattaforma. Tecnologia, velocità, heading, cambi a livello di URL e molto altro.

    Cambi nei link interni

    Questo lo vedo spesso nei casi studio su sottodominio vs. sottocartella: passare da un sottodominio che non aveva link interni ad una sottocartella con link su praticamente tutte le pagine. Chiaramente questo porta ad un miglioramento.

    Contenuti rimossi o aggiornati

    Modificare i contenuti significa che sia il posizionamento che il traffico cambieranno di conseguenza. Se rimuovi contenuti che avevano traffico, chiaramente questo andrà perso.

    Conclusioni

    I cambiamenti portano rischi. Ti consiglio di pensarci due volte prima di passare da un sottodominio ad una sottocartella solo per la SEO.

    Se hai esempi da proporre dove hai eseguito una migrazione e hai ottenuto un miglioramento senza fare alcuno dei cambiamenti elencati sopra, mi piacerebbe davvero vederlo. Mandami un messaggio su Twitter in modo da poterlo analizzare, ma sono certo che riuscirò a trovare una qualche modifica che ne giustifichi il miglioramento.

    Tradotto da Matteo Ginnetti, Consulente Digital Marketing.

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