6 Tattiche Rischiose SEO Black Hat da Evitare nel 2021 (e le Loro Alternative White Hat)

6 Tattiche Rischiose SEO Black Hat da Evitare nel 2021 (e le Loro Alternative White Hat)

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Head of Content @ Ahrefs (o, in parole povere, sono la persona che fa sì che ogni articolo pubblicato sul nostro blog sia EPICO).
La SEO è un gioco di guerra con molte vittime.

Questo è il motivo per il quale molti imprenditori fanno affidamento a tattiche black-hat per spazzare via i competitor dalle SERP.

Nonostante esistano alcune tattiche SEO black-hat che non dovresti chiaramente utilizzare, come l’hacking (in quanto illegale), altre sembrano decisamente meno rischiose. Ma anche quelle che sembrano allettanti sono spesso una cattiva idea per le aziende—e dovresti quindi evitarle a tutti i costi.

In questo articolo, parliamo di sei tra le più comuni tattiche SEO black-hat, e cosa fare invece di utilizzarle:

  1. Acquistare link
  2. Keyword stuffing
  3. Commenti spam nei blog
  4. Article spinning
  5. Negative SEO
  6. Spam dei rich snippet

Acquistare link significa pagare un altro sito per far sì che questo invii un link al tuo.

I pagamenti possono essere in forma monetaria ma anche forniti come beni o servizi.

Acquistare link è sbagliato per diverse motivazioni:

  • É una violazione delle Linee Guida per Webmaster di Google. Google ne parla qui.
  • Può portare ad una penalizzazione da parte di Google. Google penalizzerà il tuo sito se scopre che stai vendendo o acquistando link. Alcuni SEO si domandano quanto l’algoritmo di Google sia bravo a identificare i link acquistati; la verità è che sta diventando sempre più bravo nel farlo. Anche se Google potrebbe non riuscire ad identificare tutti i link, ci sono ampie possibilità che molti di quelli che acquisterai non avranno alcun effetto o, ancora peggio, incideranno negativamente sul tuo posizionamento.
  • I link a pagamento sono costosi. $361.44 in media, secondo il nostro case study condotto nel 2018.

Cosa dovresti fare invece?

Link outreach.

Questo è il processo attraverso il quale crei una risorsa di valore e poi contatti il proprietario di un sito dal quale vuoi ottenere un link, fornendo una buona motivazione per linkare alla tua risorsa.

Un eccellente modo per iniziare con questo approccio, è la tecnica della ciliegina sulla torta:

  1. Crea una risorsa che sia effettivamente utile.
  2. Trova pagine complementari alla tua risorsa.
  3. Proponi la tua risorsa ai proprietari di questi sitii web.

Facciamo un esempio…

Poniamo caso che tu abbia creato una lista curata di template per curriculum. Si tratta di una risorsa di valore, di conseguenza il passo successivo è quello di trovare pagine complementari alla risorsa che intendi offrire. In questo caso, ad esempio, queste potrebbero essere pagine che parlano di “come scrivere un curriculum”. Dopotutto, una guida che insegna come scrivere un curriculum è ottima, ma una guida che insegna come scrivere un curriculum e contiene dei template è ancora meglio.

Puoi trovare queste pagine in maniera molto semplice attraverso il Content Explorer, un database all’interno del quale puoi cercare fra miliardi di pagine web. Ecco come:

  1. Vai sul Content Explorer
  2. Cerca nel titolo:"argomento" -"quello di cui parla la tua pagina"
  3. Attiva il toggle chiamato One page per domain

Ad esempio, se cerchi title:“how to write a resume” -“templates”, (ovvero “come scrivere un curriculum” e “template”), vedrai oltre duemila articoli che parlano di come scrivere curriculum senza menzionare nulla riguardo i template:

Potresti contattare immediatamente i proprietari di questi siti e spiegare che:

  • Hai trovato la loro guida su come scrivere un curriculum.
  • Hai notato che non hanno incluso nessun template da mettere a disposizione delle persone per iniziare a scrivere un curriculum.
  • Hai recentemente messo insieme una guida ai migliori template per curriculum trovati online.
  • La tua risorsa potrebbe essere utile per i lettori e, quindi, aggiunta al loro articolo.

Non tutte le persone che contatterai inseriranno nella loro risorsa un link alla tua, ma alcuni lo faranno (se la tua proposta è sensata).

Il keyword stuffing è la pratica che consiste nel ripetere la stessa parola chiave (o frasi simili) all’interno dei tuoi contenuti per influenzarne il posizionamento.

Negli anni ‘90 questa tecnica funzionava. Ora non più.

Il keyword stuffing è una pratica negativa per la SEO in quanto:

  • Fa sembrare tutto non naturale. Forzare quante più parole chiave possibile all’interno del tuo contenuto lo rende robotico e ridicolo. Allontana i visitatori.
  • Può portare a penalizzazioni da parte di Google. Google dice che “riempire la pagine con parole chiave o numeri [—] può far del male al posizionamento del tuo sito”, quindi non scomodarti a meno che tu non voglia che i tuoi posizionamenti retrocedano.

Cosa dovresti fare invece?

L’antidoto al keyword stuffing è creare dei contenuti approfonditi.

Puoi farlo in due modi.

Prima di tutto, scrivi dei contenuti approfonditi che descrivano un argomento in maniera meticolosa. Facendo così, andrai ad includere in maniera naturale espressioni e parole chiave a coda lunga che le persone utilizzano per trattare l’argomento.

In secondo luogo, prova a coprire i subtopic che chi ricerca si aspetta da un contenuto del genere.

Entrambi questi fattori potrebbero aiutare i tuoi contenuti a posizionarsi più in alto, in quanto Google non valuta i contenuti sulla base esclusiva di quante volte questi menzionano la query cercata dall’utente. Analizza infatti anche se la pagina raccoglie o meno altri contenuti e parole chiave pertinenti:

Ci sono molti modi per identificare potenziali subtopic di cui discutere, inclusi:

  • Identificare i sottotitoli in comune fra gli articoli meglio posizionati per la parola chiave di riferimento.
  • Fare brainstorming con il tuo team sui contenuti pertinenti.
  • Analizzare il box “Ricerche correlate” all’interno delle SERP.

Questi metodi richiedono però molto lavoro.

Il modo per farlo in maniera più efficiente, è quello di fare girare un’analisi di gap sul contenuto presente nella tua pagina (Content gap). Questa analisi è in grado di mostrare le parole chiave per le quali le migliori pagine, ma non la tua, si posizionano, con alcune di queste che rappresentano dei subtopic da trattare.

Ecco come farlo:

  • Inserisci il tuo URL nel Site Explorer.
  • A sinistra nel menu, clicca su Content gap.
  • Aggiungi gli URL di 2–3 della pagine meglio posizionate per la tua parola chiave di riferimento nei campi di input.
  • Clicca su cerca e vai alla ricerca di parole chiave che rappresentano i vari subtopic.

Ad esempio, se lanciamo questa analisi per la nostra guida al guest blogging, possiamo vedere un paio di parole chiave correlate alle “linee guida” (o “guidelines” in inglese):

Se analizziamo uno degli articoli meglio posizionati, possiamo notare come queste parole chiave siano correlate a consigli su come revisionare le linee guida del sito target e su come fare guest blogging prima di contattarlo:

Noi non abbiamo parlato di questo nel nostro articolo. Potrebbe quindi valer la pena aggiungere queste informazioni per avere un articolo più comprensivo che, si spera, possa superare i nostri competitor.

Inviare commenti spam in altri blog ha lo scopo di ottenere backlink verso il tuo sito.

Anche se tralasciamo quanto scocciante questo possa essere per i blog che ricevono tali commenti, non si tratta di un fattore positivo per la SEO, perché i link presenti nei commenti dei blog sono quasi sempre nofollow. Questo significa che è molto improbabile che tali link ti aiutino a posizionarti meglio.

Cosa dovresti fare invece?

Scrivi contenuti utili nei commenti di articoli che ricevono molto traffico.

Questa attività non porterà a link di più alta qualità rispetto all’invio di commenti spam perché saranno comunque link nofollow. In questo modo, però, le persone saranno più inclini a leggere un commento di valore e utile cliccando poi di conseguenza sul tuo sito web. Questo non porta a benefici SEO in maniera diretta, ma queste persone potrebbero poi condividere il tuo contenuto e, successivamente, inviarti un backlink—quindi questa tecnica può portare a benefici SEO in maniera indiretta.

Ecco un ottimo modo per identificare pagine dove lasciare un commento attraverso il Content Explorer:

  • Inserisci un argomento pertinente.
  • Cambia la modalità a In title.
  • Premi su cerca.
  • Aggiungi un filtro Page traffic con valore minimo impostato su 100.
  • Attiva lo switch Exclude homepages.
  • Analizza i risultati alla ricerca di articoli con sezioni di commento dove potresti aggiungerne uno di valore.

Ad esempio poniamo caso che tu sia un esperto di dropshipping. Potresti cercare all’interno del Content Explorer “come guadagnare online” (o “make money online” in inglese) e vedere poi questi risultati:

L’articolo evidenziato ha una tonnellata di traffico organico e molti commenti:

Questo articolo è un perfetto candidato per un potente commento in grado di portare traffico al tuo sito web.

L’article spinning, o spinning dei contenuti, è una pratica attraverso la quale prendi un contenuto e lo riscrivi per creare molti altri “nuovi” contenuti.

Raramente chi fa article spinning tende poi a pubblicare i contenuti ottenuti sul proprio blog. Invece, questi vengono utilizzati per creare tanti guest post “unici” da inviare su diversi siti e creare backlink in maniera rapida e semplice.

Fare article spinning non è una buona cosa per la SEO, in quanto:

  • Raramente si traduce in contenuti che valga la pena leggere. I contenuti soggetti ad article spinning spesso sembrano strani e innaturali da leggere, solitamente solo i siti di bassa qualità tendono a pubblicarli.
  • Il risultato sono link di bassa qualità. Dato che solo i siti di bassa qualità tendono a pubblicare tali contenuti, i link che otterrai raramente avranno valore per la SEO.

Cosa dovresti fare invece?

Utilizza la tecnica della prospettiva per creare variazioni uniche di un guest post.

Ad esempio, poniamo il caso che tu scriva un guest post intitolato “Il futuro della link building” (o “The future of link building” in inglese).

Potresti facilmente cambiare la prospettiva di quell’articolo per creare variazioni uniche e di valore di quel guest post:

Dovrai impegnarti di più rispetto alla tecnica dell’article spinning? Certamente, ma si tratta comunque di meno lavoro in termini di sforzo e tempo rispetto allo scrivere dei guest post riguardo argomenti diversi fra di loro, in quanto avrai già condotto la maggior parte della ricerca necessaria quando hai scritto l’articolo originale.

Ancora meglio, cambiare la prospettiva ti aiuta a ottenere backlink da un’ampia varietà di siti web.

Pensaci un attimo: “Il futuro della link building per le startup” è decisamente un qualcosa di non adatto ad un blog per SME, ma un articolo chiamato “Il futuro della link building per le piccole imprese” lo è.

Puoi anche approcciare la stessa tematica dall’angolo opposto. Ad esempio, poniamo caso che tu abbia scritto un articolo riguardo “X Benefici della Link Building per le Startup”. Potresti cambiare il contenuto e scrivere un guest post dal titolo “X Errori che le Startup Compiono nella Link Building”.

La negative SEO è una tecnica subdola che consiste nel sabotare un sito competitor o il posizionamento di una pagina web.

La negative SEO non va bene perché:

  • Non è etica, e spesso anche illegale. Tattiche come recensioni negative o bombardare un competitor con backlink di bassa qualità sono scorrette e non etiche. Ma l’hacking e altre forme di cyber attack sono letteralmente tecniche criminali.
  • Funziona di rado. O almeno questo è il caso delle più comuni tipologie di attacchi negative SEO, come puntare link di bassa qualità verso un sito o una pagina competitor. Google è piuttosto bravo a identificare questi link e rimuoverne il valore.
  • Se funziona lo fa solo nel breve termine. Anche se la negative SEO dovesse funzionare, un’altra pagina prenderà presto il posto della tua pagina di più bassa qualità.

Cosa dovresti fare invece?

Crea contenuti che sono meritevoli di essere posizionati—e dimostrarlo a Google.

É più facile a dirsi che a farsi, ma si sono due ingredienti principali:

  1. Far combaciare l’intento di ricerca
  2. Ottenere backlink

Partiamo con l’intento di ricerca…

L’intento di ricerca è il motivo che si cela dietro una determinata ricerca. A meno che la tua pagina non si allinei all’intento di ricerca dando all’utente quello che cerca, le tue possibilità di posizionarti sono piuttosto scarse.

Puoi identificare l’intento di ricerca analizzando le pagine meglio posizionate per le tre C dell’intento di ricerca:

  1. Tipo di Contenuto. Le pagine meglio posizionate sono articoli di blog, pagine prodotto, pagine di categoria o qualcos’altro? Fai lo stesso.
  2. Formato del Contenuto. Le pagine meglio posizionate sono liste, guide del tipo “come fare”, tutorial, pezzi d’opinione o qualcos’altro? Fai lo stesso.
  3. Angoli di Contenuto. Le pagine meglio posizionate hanno un angolo in comune come “per principianti” o “nel 2021”? Fai lo stesso.

Per quanto riguarda invece i backlink, ne hai bisogno—almeno se vuoi raggiungere posizioni competitive.

Sappiamo questo perché è stata Google stessa a dire che i link sono uno dei principali tre fattori di posizionamento. Il nostro studio eseguito su oltre un miliardo di pagine ha trovato una chiara correlazione fra la posizione di un sito in relazione a posizionamento e backlink:

Dai uno sguardo alle risorse qui sotto per approfondire meglio la link building per le tue pagine.

Lo spam dei rich snippet è la pratica che consiste nell’utilizzare i dati strutturati in maniera scorretta per (provare a) ottenere un vantaggio competitivo nelle SERP.

Lo spam dei rich snippet non va bene perché:

  • Può portare a penalizzazioni da parte di Google. Google sostiene che le pagine o i siti che violano le loro linee guida per i dati strutturati “potrebbero ricevere un posizionamento sfavorevole”. Attivano, infatti, anche azioni manuali per le pagine che contengono “dati strutturati spam”.
  • Può portare alla non idoneità dei rich snippet . I rich snippet spesso migliorano il CTR all’interno delle SERP. Questo è il motivo per il quale tutti vogliono averle e fare spam su questo fattore è effettivamente una pratica utilizzata. Tuttavia, Google potrebbe etichettare il tuo sito come “non idoneo per i risultati multimediali nella Ricerca Google” se violi le linee guida per i dati strutturati.
  • Funziona di rado. Google è piuttosto bravo a identificare dati strutturati spam o comunque non pertinenti (al contrario di qualche anno fa). Quindi è improbabile che vedrai rich snippet basati su spam o markup non pertinente all’interno dei risultati di ricerca.

Cosa dovresti fare invece?

Includi dei dati strutturati accurati per le pagine pertinenti, seguendo le linee guida di Google sui dati strutturati.

Google afferma che questo lo aiuta a “comprendere meglio il contenuto della pagina”.

Se segui queste regole aumenti anche le tue possibilità di essere incluso nei risultati di ricerca che presentano funzionalità multimediali.

Dai uno sguardo alle risorse qui sotto per approfondire come implementare i dati strutturati e guadagnare dei rich snippet.

Conclusione

Le tattiche SEO black-hat non valgono il rischio che corri, ed è meglio starne alla larga.

Queste tattiche, infatti, possono penalizzare il tuo sito e danneggiare la reputazione del tuo brand.

Faresti meglio a concentrarti sulle alternative white-hat disponibili. Le tattiche che ti ho suggerito in questa guida richiedono decisamente più sforzo di quelle black-hat, ma la buona notizia è che funzionano e portano risultati nel lungo termine.

Domande? Scrivimi su Twitter.